Cosa sono gli uragani, come si formano e quali sono i loro principali record? Diamo un’occhiata alle principali caratteristiche di uno dei fenomeni naturali più pericolosi e distruttivi fra quelli che possono investire le coste atlantiche.
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Il termine uragano viene impiegato per definire le tempeste tropicali più intense che nascono tra l’Oceano Atlantico e il vicino Mar dei Caraibi. Le tempeste che si originano nell’Oceano Pacifico, invece, vengono identificate con il termine tifone.
Gli uragani e i tifoni sono enormi sistemi temporaleschi che ruotano intorno a un’area di bassa pressione, circondata da rovesci di forte intensità e venti sostenuti. Si tratta di cicloni stagionali, generati dal calore accumulato dagli oceani a ridosso dell’equatore: tutto questo calore satura l’aria di umidità, facendo evaporare più rapidamente l’acqua e provocando forti temporali.
Quando le correnti circostanti iniziano a roteare in senso antiorario amplificano l’energia della tempesta. Se le correnti raggiungono i 100 km/h, è possibile qualificare la tempesta come uragano.
Se l’occhio del ciclone è l’area più tranquilla di un uragano, tutto intorno i venti spirano con una violenza tale da poter superare i 300 km/h. Salendo verso nord, gli uragani dissipano la propria energia, esattamente come accade quando incontrano la terraferma, a causa dell’assenza dell’umidità e del calore forniti dal mare.
In Atlantico, la stagione degli uragani va da luglio a novembre e il termine che li contraddistingue deriva dal nome del dio delle tempeste Huracan, venerato dalle antiche popolazioni dell’America Centrale. La forza dei cicloni viene misurata attraverso la scala Saffir-Simpson, ideata nel 1969 e basata sulla velocità del vento misurata a dieci metri dal suolo. Le categorie sono 5, con l’ultima, definita catastrofica, i cui venti superano i 250 km/h.
Per capire davvero cosa sono gli uragani e qual è la forza che riescono a sprigionare, è necessario elencarne alcuni record. I venti più intensi di sempre furono quelli generati dal tifone Nancy nel 1961, con raffiche capaci di toccare i 346 km/h. Sempre nel Pacifico, il ciclone Tip nel 1979 fece segnare la pressione più bassa mai registrata, pari a 870 hPa e lo stesso Tip è stato anche il ciclone più grande di sempre, con venti di tempesta che interessarono aree distanti 1.100 km dall’occhio.
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L’occhio più ampio, invece, fu quello dell’uragano Kerry, che superò i 93 km di larghezza. L’uragano che ha percorso la maggior distanza fu Ophelia, che in 10 giorni peregrinò per più di 13.500 km. Infine, quello più longevo fu il tifone John, attivo per 31 giorni consecutivi.
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