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 Uluru: vietato ai turisti il luogo più famoso d’Australia

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A partire dall’ottobre 2019, per decisione unanime delle autorità locali, non sarà più possibile per i turisti arrampicarsi sull’ imponente massiccio dell’Uluru, uno dei luoghi più famosi e iconici dell’Australia: scopriamo il perché di questo divieto.

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Uluru
Per anni i turisti hanno ignorato il cartello che chiedeva di non arrampicarsi sull’Uluru ed ora, per decisione unanime del Consiglio di amministrazione del parco nazionale Uluru-Kata Tjuta, la scalata sarà categoricamente vietata. Questa decisione conclude una questione aperta da lungo tempo e che era diventata per molti il simbolo della lotta dei diritti degli indigeni d’Australia.

L’Uluru, noto anche come Ayers rock, è una gigantesca lastra di arenaria dalla forma di un monolite di colore rosso, che si eleva sul deserto australiano, nel Northern Territory e, con i suoi 250.000 visitatori all’anno, è uno dei siti più rappresentativi dell’Australia, presente nella lista dei Patrimoni mondiali dell’Umanità dell’Unesco dal 1987. Esso però è anche un luogo sacro per la popolazione indigena degli Anangu, proprietari del parco, che per anni hanno chiesto il rispetto di questo luogo, così importante per la loro cultura, perché collegato alla mitologia della creazione. La via che conduce alla cima dell’Uluru è per gli Anangu, custodi della terra, un percorso religioso e carico di significato spirituale, che viene intrapreso solo da pochi eletti e in occasioni speciali.

L’escursionismo, oltre a danneggiare la roccia in modo irreparabile, è estremamente rischioso, se si pensa che 36 sono finora le persone morte durante la faticosa arrampicata di circa un’ora, lungo una superficie ripida e senza appigli. I problemi legati alla sicurezza avevano portato di recente a frequenti chiusure del sito e a una diminuzione dei visitatori intenzionati all’arrampicata.

La storica decisione di vietare la scalata del monolite è dunque una vittoria degli indigeni che finora hanno dovuto subire numerose pressioni da parte di interessi economici e politici per mantenere aperta ai turisti la scalata. Annunciando il divieto, Sammy Wilson, un membro del consiglio di amministrazione, di etnia Anangu, ha dichiarato che era ora finalmente di giungere a questa decisione, che va festeggiata da parte di tutti, dal momento che Uluru non è da considerare un parco di divertimenti come Disneyland, ma un luogo che esige quel rispetto che si deve a qualunque luogo sacro, in ogni parte del mondo.

Uluru

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L’arrampicata cesserà il 26 ottobre 2019, esattamente 34 anni dopo che il governo ha ufficialmente restituito il sito ai suoi proprietari tradizionali. L’Uluru non perderà certo per questo il suo fascino e non ci saranno minori ragioni per spingersi fino ai suoi piedi da cui si gode una prospettiva migliore che dalla cima, potendone ammirare l’intero, maestoso profilo e i colori che cambiano in maniera spettacolare a seconda dell’ora del giorno e della stagione.

 

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Ultima modifica 14 de Dicembre de 2017

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