Sarà Capitale italiana della cultura 2020 Parma, città ducale. Vediamo cosa significa l’assegnazione di questo titolo per la “piccola Parigi” della pianura emiliana. Ha scalzato le città concorrenti e ha vinto all’unanimità contro le avversarie: Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso.
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In occasione del “Decreto Cultura” del 2014 è stato istituito questo riconoscimento per “valorizzare i beni culturali e paesaggistici” al fine di “migliorare i servizi rivolti ai turisti”, la qualifica è nata a seguito della designazione di una città italiana quale Capitale europea della cultura. Ogni volta sarà scelta una città, che avrà presentato un dossier e un progetto di riqualificazione del proprio patrimonio artistico e culturale, dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. La città sarà selezionata da una commissione di sette esperti nominata dallo stesso ministero.
La città vincitrice potrà portare per un anno questo titolo. Negli anni passati hanno avuto il riconoscimento: Ravenna, Cagliari, Lecce, Perugia e Siena nel 2015. Mantova nell’anno successivo e Pistoia lo scorso anno. Il 2018 è l’anno dedicato al capoluogo siciliano, Palermo. Il prossimo anno invece sarà dedicato a Matera, la Città dei Sassi, che porterà il titolo di Capitale europea della cultura 2019. La vincitrice del premio italiano per un anno presenterà una nuova offerta culturale e turistica grazie al contributo statale di un milione di euro.
Nella presentazione della candidatura parmigiana si è puntato sui sette distretti socio-culturali, dislocati in diverse aree della città, che diventano spazi di creatività, riflessione, rigenerazione e innovazione. Sono stati elencati trentadue progetti, sotto la dicitura “Parma 2020. La cultura batte tempo“. Nelle intenzioni si parla di aprire al pubblico l’Ospedale Vecchio in Oltretorrente, valorizzare il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma e dare il via al progetto nominato “La città delle muse“, per portare la musica e l’arte nelle periferie grazie alla collaborazione con il Conservatorio Arrigo Boito. Naturalmente tra le altre idee in cantiere non mancherà un’edizione speciale del Festival Verdi presso il Teatro Regio, dedicato al Novecento, abbinato a uno speciale Festival della Creatività Contemporanea Parma 360.
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