Cleft Island
Il nome ufficiale dell’isola è Cleft Island. La sua estensione è limitata ma la sua particolarissima forma attira ogni anno centinaia di turisti provenienti da tutto il mondo. Sorge nella zona sud orientale dell’Australia, ad una manciata di chilometri dalla costa meridionale del promontorio di Wilsons, una lingua di terra protesa nell’oceano Pacifico e situata circa 150 chilometri a nord della Tasmania. Sebbene questo non sia il suo nome ufficiale, l’isolotto è noto ai più come Skull Rock o Skull Cave. Circumnavigando quest’enorme roccia affiorante dalle acque azzurre dell’oceano si resta inevitabilmente sorpresi dalla sua forma particolare. Il motivo? Al suo interno si apre un’enorme grotta scavata nel granito.
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L’isola che somiglia ad un teschio
Chi ha avuto la fortuna di visitarla sa bene che più che un’isola, Skull Rock è un’enorme roccia cava. A crearla è stato il moto ondoso dell’oceano. La grande apertura che sovrasta di qualche decina di metri la superficie del mare presenta un fondo ricoperto d’erba, che le dona un aspetto ancor più misterioso. Sebbene invogli a farlo, scalare la parete di roccia che separa la cavità dal mare non è un’idea felice: la zona, infatti, è soggetta ad onde molto forti e la roccia è assai scivolosa. Nonostante sia difficile accedere alla grotta e le escursioni organizzate non lo permettano a causa degli evidenti pericoli, Cleft Island costituisce una tappa imperdibile per chiunque stia visitando quest’angolo remoto dell’Australia.
Quali segreti si nascondono nel cuore dell’isola?
Skull rock appartiene all’Anser Group, un arcipelago formato da tre piccole isole che osservano la costa meridionale del parco nazionale di Wilsons, meta prediletta degli appassionati di bird watching. Cleft Island è un enorme blocco di granito alto circa 60 metri e largo 130. Come detto, il suo lato più interessante è quello che guarda ad ovest, nel quale spicca la grande cavità scavata dalle onde nel corso dei secoli. Pochissime sono le persone che hanno tentato l’impresa e che hanno avuto la fortuna di esplorare la grotta. Chi ha portato a termine la scalata, ha raccontato la presenza di centinaia di nidi di cormorani e di alcune palle di cannone. Come ci siano finite resta tuttora un mistero!
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