6 TATUAGGI EMBLEMATICI DELLE DIVERSE CULTURE DEL MONDO

Nell’isola più grande della Polinesia Francese, i tatuaggi hanno un’origine divina. Secondo la mitologia locale furono gli dei ad insegnare agli uomini l’arte del tatuaggio. Gli uomini possono tatuarsi il corpo intero mentre le donne possono decorare solamente il viso, le braccia e le gambe.

I tatuaggi tribali dell’Amazzonia brasiliana hanno diverse funzioni: protezione, purificazione, venerazione o magia. Nella maggior parte dei casi sono realizzati con colori naturali ed il colore rosso predomina.

L’India è il primo paese ad aver sviluppato la tecnica mehndi, ossia i tatuaggi all’henné. La loro importanza culturale è antropologica perché questo tipo di pittura viene utilizzata in occasioni speciali come i matrimoni. Il rituale del matrimonio è considerato completo solo se la sposa si fa dipingere le mani ed i piedi. Per questa funzione la famiglia chiama un astrologo per determinare le possibili difficoltà future all’interno della coppia e solo dopo sceglie il disegno più adatto da tatuare.

Per molte generazioni, le donne dei paesi della provincia di Chin si sono tatuate il viso come simbolo di forza e bellezza. La pratica dei tatuaggi sul viso nell’antica Birmania fu proibita negli anni ’60 del secolo scorso. Per questo oggigiorno solo le donne più anziane hanno questo tipo di disegni sul viso.

Il popolo Maori in Nuova Zelanda è noto per la sua creatività nei tatuaggi tradizionali sul viso, chiamati Moko. La loro funzione era quella di distinguere le diverse classi sociali. Normalmente i disegni riportavano una serie di spirali ed ognuna di essa simboleggiava un livello gerarchico.

In alcuni casi, sembrano cicatrici. In altri sono tatuaggi tradizionali, fatti con tinte naturali, sul viso, come nel caso di queste donne della tribù Tsemay, nella zona di Omo.