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Sahara El Beyda è uno dei deserti più spettacolari del mondo

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In Egitto, tra le antiche oasi di Farafra e Bahariya, sorge il Sahara El Beyda: questo deserto bianco è una meraviglia naturale che si trova a 500 km dal Cairo.

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La nascita del deserto bianco

Quando si pensa al Sahara, vengono in mente dune di sabbia dorata solcate dai cammelli dei beduini. Giungendo nel Sahara El Beyda vi sembrerà di essere al Polo Sud, con la sabbia bianca dalla quale si ergono maestose formazioni rocciose chiamate jardangher o piccole rocce di gesso e calcare simili alla spuma del mare. L’erosione della sabbia e del vento ha spesso comportato crolli di queste rocce monolitiche, dando vita a suggestive grotte soprannominate stargate. Analizzando queste formazioni rocciose, gli studiosi hanno rinvenuto microrganismi marini e conchiglie fossili che hanno fatto ragionevolmente pensare che il deserto bianco fosse sommerso dal mare 40 milioni di anni fa. Ma prima che la zona diventasse desertica, 5 mila anni fa era popolata da civiltà ormai perdute e animali quali leoni, gazzelle e rinoceronti, come se fosse una vera savana.

Il deserto cangiante

Se avete intenzione di visitare il Sahara El Beyda, potete raggiungerlo su avventurose 4X4 che vi porteranno nel cuore del deserto bianco, senza farvi mancare un assaggio della calorosa ospitalità beduina. Sappiate che questo deserto ha il suo fascino a qualunque ora del giorno: alla luce del sole noterete rocce dalle forme stravaganti, come la Roccia Cammello oppure il “Wadi Melon” a forma di melone fino al gruppo di rocce simili a tende di un accampamento. Al tramonto tutto si colora di rosa e arancio, mentre di notte la luce lunare vi farà sembrare gli stessi monoliti del giorno più diversi e più spettrali: se desiderate vivere un’esperienza indimenticabile, trattenetevi di notte quando il cosiddetto “ghiaccio del deserto” farà da cornice alla volta stellata che brillerà sopra le vostre teste.

Tra leggenda e storia

Il Sahara El Beyda è stato, nel corso della sua storia, scenario di eventi storici ancora oggi ricordati. E’ stato ad esempio battuto in lungo e in largo dagli esploratori come László Ede Almásy alla ricerca della leggendaria oasi-città di Zerzura, menzionata in manoscritti del XV secolo. Anche Alessandro Magno poi lo ha attraversato dopo la conquista dell’Egitto nel 331 a.C. per consultare l’oracolo di Amon, che pare fu generoso nelle predizioni col conquistatore, definendolo figlio di Zeus. E come non menzionare l’affascinante Cleopatra che, partendo da Tebe, attraversò il deserto bianco per raggiungere Siwa, frontiera del regno dei Faraoni: qui c’era una sorgente color smeraldo circondata da palmeti, nota oggi come “piscina di Cleopatra”.

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Ultima modifica 17 de Gennaio de 2018

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