Siete sulle tracce di Re Artù e della spada nella roccia? L’Abbazia di San Galgano e l’Eremo di Monte Siepi in provincia di Siena sono i luoghi dove potete realmente ripercorrere queste antiche leggende.
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Buone notizie per gli amanti delle storie legate a Re Artù. Infatti per ripercorrerne le tracce di queste leggende non dovrete recarvi in luoghi lontani ma sarà sufficiente visitare un posto magico della Toscana.
L’Abbazia di San Galgano ha una cappella chiamata di Monte Siepi. Qui è possibile vedere una spada conficcata nella roccia che secondo la narrazione è stata inserita da San Galgano, nato nel 1148. La spada sarebbe stata deposta in segno di abbandono della vita di cavaliere, con il Santo che si sarebbe quindi convertito definitivamente alla condizione eremitica.
Potete cogliere l’occasione di questa interessante visita dal sapore leggendario scoprendo la bellissima città di Siena che si trova a soli 35 km di distanza. L’Abbazia di San Galgano infatti è raggiungibile in poco meno di un’ora di automobile e si trova a Chiusdino.
La chiesetta con la cappella dove è custodita la spada nella roccia è attualmente consacrata e potete visitarla negli orari di apertura giornalieri, generalmente a partire dalle 9 di mattina fino alle 18-18.30 di sera. Lì vicino potete anche ammirare la grande bellezza di un altro edificio: l’Abbazia di San Galgano.
Le rovine della struttura mantengono inalterato l’aspetto originario per quanto concerne la parte dei muri perimetrali e delle facciate. Tuttavia il tetto è mancante, per cui fare ingresso nell’Abbazia a cielo aperto ha un effetto estremamente suggestivo.
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L’Abbazia di San Galgano è sicuramente un sito di grande rilevanza storica e architettonica. Nel corso degli anni, però, sono emersi numerosi dubbi sulla veridicità e sull’attribuzione della leggenda.
Per molto tempo la spada nella roccia è stata considerata addirittura un falso. In realtà i più recenti studi hanno confermato la datazione, riconducendo il materiale, la forgia e lo stile proprio al periodo del 1100-1200 d.C. Le persone che hanno provato davvero ad estrarre dalla roccia la celebre spada non sono mancate.
Proprio in prossimità della teca potete vedere quelli che si ritiene essere i resti mummificati delle mani di un ladro. Probabilmente con l’intenzione di arricchire ulteriormente di mistero la storia, si narra che il ladro sia stato poi sbranato da un branco di lupi affamati. La verità è che la teca è stata messa a protezione del reperto perché un malintenzionato recentemente aveva perfino rotto il ferro dell’impugnatura.
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