Nel Lazio meridionale esiste un giardino di rara bellezza, sorto sulle rovine di un antico borgo medievale. Ci siete mai stati? Se non lo avete mai visitato, dovreste rimediare immediatamente.
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Il giardino di Ninfa è situato a Cisterna di Latina, ai margini settentrionali dell’Agro Pontino, a circa 20 chilometri da Latina e a poco più di 70 da Roma. Il parco sorge all’interno di un’antica città medievale e dona al luogo un’impronta di romanticismo e decadentismo senza eguali.
È senza dubbio il luogo ideale per tuffarsi nel passato; un passato nel quale trovarono ispirazione scrittori come Truman Capote, Virgina Woolf, Alberto Moravia e Giuseppe Ungaretti. Nel 2000 il giardino di Ninfa fu dichiarato dalla Regione monumento naturale. La decisione fu presa per tutelare l’oasi che sorge intorno al torrente Ninfa e al piccolo specchio d’acqua qui presente.
Il giardino di Ninfa non è sempre accessibile, ma è visitabile soltanto in alcuni giorni prestabiliti, in primavera e in estate. Il periodo di apertura, infatti, va da Aprile a Ottobre e per potere ammirare il parco è necessario prenotare con largo anticipo. L’area sorge intorno alle rovine di Ninfa, una cittadina fondata durante l’impero romano, che riuscì ad acquisire grande importanza religiosa e politica.
Il periodo di massimo splendore della città coincise con l’aumento del livello del mare e il conseguente impaludamento delle aree circostanti. Anche l’Appia fu invasa dalle acque e la strada Pedemontana che transita per Ninfa rimase l’unica arteria stradale attraverso la quale era possibile raggiungere la Campania e il resto del Sud Italia.
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Durante la sua lunga storia, Ninfa cambiò spesso dominazione. Una delle più durature fu quella dei Caetani, che acquistarono la cittadina nel 1298 grazie all’aiuto del pontefice Benedetto Caetani. La dominazione della famiglia nobiliare romana durò molti secoli, sebbene già nel corso del XIV secolo la città fu distrutta e saccheggiata da Onorato Caetani, nemico della famiglia che possedeva Ninfa.
La cittadina, quasi completamente rasa al suolo, venne abbandonata dai suoi abitanti e mai più ricostruita. A realizzare il fantastico giardino fu Gelasio Caetani negli anni ’20; l’ultimo privato a curarne l’aspetto e a renderlo ancora più bello fu Lelia Caetani, che alla sua morte fondò un’associazione incaricata della sua tutela. A questa fu dato il nome di Fondazione Roffredo Caetani, ancora oggi impegnata nella cura del parco e nella valorizzazione del territorio lepino.
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