Se pensate al classico rifugio di montagna, quando vi troverete di fronte al Bivacco Gervasutti resterete piacevolmente sorpresi dalla modernità che tuttavia, nonostante la stravaganza, si integra perfettamente con il contesto ambientale.
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La storia di questo rifugio sul Monte Bianco affonda le proprie radici addirittura negli anni ’20. Dopodiché nel 1948 il bivacco di Fréboudze venne migliorato. Gli elementi che lo costituivano erano il legno e la lamiera. Dunque fino al 2011, recandovi sul sentiero che porta in questo luogo che per molte persone è spettacolare ma inaccessibile, avreste potuto vedere un comune rifugio alpino. Oggi la situazione è totalmente cambiata e arrivando a destinazione verrete proiettati in una dimensione futuristica.
Le finestre che sono realizzate per osservare il panorama esterno del rifugio ricordano l’oblò di forma circolare che si trova sugli aerei di linea destinati al trasporto passeggeri. Ma anche da fuori il rifugio è veramente particolare, con un aspetto che somiglia molto a una navicella spaziale. Il contesto paesaggistico di roccia innevata contrasta con la modernità che per un osservatore poco attento potrebbe perfino sembrare eccessiva.
Invece la filosofia in base alla quale è stato realizzato il Bivacco Gervasutti è proprio la compatibilità con l’ambiente. L’illuminazione interna e tutti i dispositivi alimentati a corrente elettrica vengono messi in funzione dai pannelli fotovoltaici, anche grazie all’ausilio di modernissimi accumulatori. Nel Bivacco Gervasutti però non manca niente, sebbene si tratti pur sempre di un locale poco spazioso che può ospitare al massimo 12 persone.
Le stanze sono 4: l’ingresso, le due camerate e la sala da pranzo. Complessivamente la superficie calpestabile è di appena 30 metri quadrati. Come in un normalissimo rifugio alpino qui si può dormire, riposarsi e riprendere le forze per affrontare il giorno successivo un’altra tappa, magari proprio alla volta del tetto d’Europa.
foto: cleaf.it
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La prima considerazione d’obbligo da fare è che nonostante ci si trovi a 2000 metri dalla cima del Monte Bianco e più precisamente a quota 2835 metri sul livello del mare, i venti possono essere molto intensi. Dunque se pensate di avventurarvi in queste condizioni climatiche e ambientali è opportuno avere l’abbigliamento adatto e soprattutto che siate anche preparati atleticamente e abbastanza esperti del settore.
Da Aosta dovete procedere verso Courmayeur. Arriverete nella località di Entrèves dalla quale poi entrerete nella Val Ferret. L’itinerario da percorrere per arrivare al Bivacco Gervasutti è a tutti gli effetti un percorso di alpinismo abbastanza complesso, specialmente per la presenza di ghiaccio.
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