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Bergen e Trondheim. Quando i fiordi norvegesi prendono colore.

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Doccia, colazione, chiusura zaino e via. Il mal di testa della sera e delle poche ore dormite si fa sentire. In casa c’è un casino allucinante dato dalla serata passata. Metto un po’ a posto e poi chiudo casa nascondendo le chiavi dove mi ha detto Guillermo.
Adesso partirà il delirio tra treni e bus.
Secondo i miei programmi toccherò un vero letto tra circa… 2 giorni.
Prendo il bus cittadino e arrivo in centro. Appena salito sul vero e proprio bus crollo in un sonno che dura poco perché dopo un’ora e mezza devo prendere un traghetto.
Sul traghetto conosco dei signori italiani che stanno scendendo dal nord.
Risalgo sul bus e via un’altra dormita. Stessa storia però, vengo risvegliato perché il bus deve salire su un altro traghetto. Arriviamo, dopo 5 ore di sali e scendi, a Bergen.
Lascio lo zaino negli armadietti e mi dirigo verso il porto per mangiare il famoso pesce di Bergen
Al porto è pieno di pescherie immediate. Cioè baracchini che direttamente dai pescherecci ti mettono il pesce a cuocere. Quando si parla di freschezza.
Riconosco un italiano che parla dall’altra parte del bancone e gli chiedo cosa ci fa lì.
Chiacchieriamo, e mi dice che si chiama Marco ed è di Catania.
Mi consiglia di prendere lo spiedino misto, e dato che sono un interrailer, e lo è stato anche
lui da giovane, mi farà avere qualche assaggino dei vari salmoni marinati e di balena inclusi.
Tutto per il modico prezzo di 200 nok, poco più di 22 euro, minchia (per restare in tema del mio amico Catanese). Mangio. Ed è libidinoso. Il più buon pesce mai mangiato in vita mia.
Nel frattempo inizia un acquazzone che per fortuna dura pochi minuti. Mi faccio una passeggiata per il porto e mi scappa da fare una pipì pazzesca ma non riesco a trovare bagni.
Finalmente dentro ad un parco trovo un bagno, ed è pure gratis!!! Di solito in Norvegia, vedi Vigeland Park di Oslo, costa 10 nok fare la pipì.
Tutto contento torno verso il porto e mi metto a leggere sulle panchine nel Bryggen, il porto vecchio circondato da case in legno, ognuna di un colore diverso.

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fiordi 1

Poi decido di salire sulle colline per vedermi il panorama dall’alto. Incontro un cane che assomiglia ad un orsetto gioco un po’ con lui e gli faccio una foto. Poi mi avvio sulla collina. Dopo mezz’ora di salite la vista merita la fatica. Scendo con calma, e vado in stazione a riprendermi lo zaino.
Mi cambio e mi metto a riposare sulle panchine. Mi sveglia la polizia dicendo che non posso star sdraiato. Vabbè. Il treno tra poco apre e potrò salire.
Salgo sul treno mi sistemo e provo a dormire con scarsi risultati.
Troppo, troppo scomodo.
In treno fa parecchio freddo, mi sveglio e vedo dei bei laghi dal finestrino. Poi non so come mi riaddormento. Mi sveglio e siamo ad Oslo. Dove dovrò prender un altro treno per Trondheim.
Vado subito in bagno per mettermi un attimo in sesto.
Esco e vado a cercare un po’ di sole in una vuota e mattiniera Oslo. Torno in stazione prendo un’aranciata ma fa schifo. Cerco dello zucchero e ora diventa bevibile. Mangio quel poco che ho per colazione e poi salgo sul treno. Affianco a me c’è una signora con una cagnetta di nome Tinka, fotografo anche lei. Tinka è molto simpatica e carina e si fa coccolare senza problemi. Nel treno, grazie al wi-fi cerco qualcuno da cui stare alle Lofoten perché non ci sono ostelli disponibili e di couchsurfer ce ne sono davvero pochi.
Poi mi addormento. Arrivo a Trondheim per le 15 ed ho una fame boia.
Mangio i panini che mi sono fatto da Guillermo. Nel frattempo una ubriacona cerca di sfondare la porta della biglietteria con il computer della stessa biglietteria. Beh, che bel “ben arrivato”.
Lascio lo zaino negli armadietti non dopo averci litigato e poi vado alla scoperta della città.
Il sole è davvero bello e caldo, quindi sembra promettere una giornata meravigliosa, speriamo non cambi.
Cammino, e come Bergen anche questa è una cittadina piccola e molto colorata. Arrivo su un ponte dove si vede tutto il canale principale e le sue palafitte coloratissime. Scatto una foto.
Questi colori, che sto ritrovando in tutte le cittadine norvegesi sono davvero particolari e affascinanti. Rimango un po’ lì ad ammirarli e poi mi dirigo verso la chiesa. Una volta arrivato mi sdraio sul prato davanti la facciata e mi metto a leggere On the Road di Jack Kerouac.

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Dopo un’oretta mi muovo e decido di andare verso la stazione dopo 20 minuti mi accorgo di andare dalla parte opposta. Torno indietro e vado verso il lungomare, mi metto a riposare e mi godo il sole di Trondheim, mentre un pescatore cerca di prendere qualcosa.
Mi addormento e mi risveglio poco dopo. Decido verso le 8 di andare in stazione.
Quando arrivo mi scappa la pipì e mentre aspetto fuori dal bagno per far sì che quando il signore esca non si chiuda la porta e io non debba pagare il solito euro per fare una sacrosanta pisciata conosco un ragazzo francese che cerca di fare la stessa cosa.
Si chiama Bruno e sta cercando di raggiungere Capo Nord in bicicletta partendo da Parigi.
Insomma un altro pazzoide.
Parliamo e poi arriva il momento di salire sul treno. Appena partito cerchiamo di prenderci i posti migliori ma il controllore ci scaccia ai nostri posti.
Mi addormento male, in compenso mi godo il primo tramonto di mezzanotte.
Stanotte supererò il circolo polare artico e potrò finalmente ammirare il sole di mezzanotte.
Questa Norvegia mi sta facendo sempre più innamorare di lei.
Dei suoi colori.
Dei suoi panorami.
Della sua calma.
Questa Norvegia mi sta rubando il cuore.

Il Bardo

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Ultima modifica 11 de Luglio de 2016

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