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Assila. Quando Grecia e Marocco si uniscono in un luogo unico che si affaccia sull’oceano.

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Il Marocco è sicuramente un paese sorprendente. Se all’inizio un luogo può sembrarti deludente in qualche modo, poi c’è sempre un particolare che ti stupisce, o meglio che ti sorprende. Questo accadde anche durante la piccola sosta che facemmo a Tangeri. Un ragazzo dell’ostello ci disse di una cittadina piccola, completamente bianca e con pochi turisti, raggiungibile solo con quaranta minuti di macchina. All’inizio ero titubante, dato che prima della mia fermata a Tangeri, ero stato a Chefchaouen e me ne ero letteralmente innamorato. Pensavo che tutto ciò che avessi visto dopo, non sarebbe stato alla sua altezza. Ma come ho scritto nella prima riga, “il Marocco è sicuramente un paese sorprendente” e Assila ne è la prova.

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Decidiamo di andare ad Assila, una piccola città a ovest di Tangeri. Prima di raggiungere la stazione dei bus e dei taxi facciamo una piccola camminata sulla spiaggia prima di arrivare alla stazione. Tangeri è bella, nonostante tutti mi dicessero che non era chissà cosa, ma soprattutto che era pericolosa.
Una volta arrivati in stazione il caos è incredibile. In ostello ci hanno spiegato che ci sono questi taxi che condividi con altri viaggiatori che ti portano nei vari luoghi fuori Tangeri. Dopo una mezz’oretta ad aspettare che il taxi sia pieno, decidiamo di partire alla volta di Assila. In macchina siamo in sette, in un’automobile che ne può contenere massimo cinque, stando stretti. Vabbè.
Sul taxi conosciamo una ragazza marocchina Sarah, che studia a Tangeri, ma il fine settimana torna ad Assila dalla sua famiglia. Parla inglese molto bene, cosa ben rara in Marocco, e una volta arrivati in città si offre di mostrarcela. Prima di addentrarci in questo piccolo paesino conosciuto per caso, dobbiamo però passare per casa sua perché deve lasciare le valigie.
Una volta arrivati a casa, ci fa conoscere sua mamma e la sua famiglia. Hanno una casa meravigliosa.
Dopo di che ci accompagna per le vie di questo piccolo villaggio.

Camminiamo per le mura bianche di questo incredibile posto, e ci imbattiamo in un matrimonio, dove stanno sgozzando una capra. Belle cose in quel del Marocco. D’altronde, è la loro cultura che ci vuoi fare.
La cittadina ricorda molto, i paesini greci. Anzi, sembra proprio di stare in Grecia.

marocco

Le case bianche candide con i tetti azzurri e qualche graffito colorato per le strade.
Anche il sole splendente fa la sua parte illuminando il cielo azzurro, che per nostra fortuna non mostra neanche una nuvola. Assila è una Chefchaouen bianca. Anche qua mi piacerebbe trascorrerci più tempo. Perdermi. Bere il tè al bar. Andare al mercato. Andare a pescare.
Sarah ci porta su un molo dove ammirare la costa e sembra proprio di essere nella terra nativa delle olimpiadi.
Dopo due o tre ore, ho perso completamente la concezione del tempo, si inizia ad aver fame e quindi vagoliamo tra le vie alla ricerca di un ristorante dove mangiare una buona frittura di pesce. Una volta trovato, Sarah ci saluta e noi la ringraziamo offrendogli di sedersi a mangiare con noi, ma lei declina e se ne va. Credo che non volesse che gli pagassimo il pranzo.
Ci sediamo e ordiniamo un bel fritto misto. Il pesce è fresco e la frittura è gustosa. E, soprattutto, il prezzo è quasi irrisorio.
Finita la mangiata ci avviamo per tornare a Tangeri. Riprendiamo il nostro taxi condiviso e conosciamo due coppia di ragazzi spagnoli che stanno facendo una vacanza. Ce la raccontiamo e poi ci abbandoniamo alla musica e alla vista del paesaggio.
In cuffia, incredibilmente, parte “If you see her say hello” di Bob Dylan.
Il testo rimbomba nella mia mente.

“If you see her, say hello, she might be in Tangier
She left here last early Spring, is living’ there, I hear”

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E mentre sotto le ruote della nostra macchina in cui siamo stipati l’asfalto sfreccia, penso un attimo a quelle parole.
Non credo di poterla ritrovare a Tangeri.
Non credo di volerla ritrovare più.
Bob Dylan continua a cantare e io appoggio la testa al finestrino cercando di non pensarci più.

Il Bardo

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Ultima modifica 18 de Gennaio de 2017

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