Sulla strada tra Susa e Sfax, tra distese di ulivi e lande color ocra, sorge quello che gli scrittori arabi del passato consideravano una meraviglia del mondo antico: è l’Anfiteatro di El Jem, dichiarato patrimonio dell’UNESCO.
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Dopo il Colosseo e l’Arena di Capua, l’anfiteatro in Tunisia è il terzo più grande edificato dai romani e si trova nell’omonima città di El Jem, a nord-est dello stato e a soli 40 km dal Mar Mediterraneo.
L’Anfiteatro di El Jem fu edificato all’inizio del III d.C., in quella città un tempo nota come Thysdrus e importante centro di produzione e di commercio dell’olio d’oliva: comandava il proconsole e futuro imperatore Gordiano I che molto amava gli spettacoli che si svolgevano nelle arene. Se all’inizio, come ogni anfiteatro romano che si rispetti, ospitava lotte tra gladiatori e corse con le bighe, col passare dei secoli divenne una vera fortezza dove i ribelli si rifugiavano durante gli scontri turchi ottomani.
Il parziale decadimento avvenne quando i locali cominciarono ad estrarre dalla struttura la pietra per costruire il villaggio prima e la grande moschea di Kairouan poi.
Nonostante i saccheggi e le devastazioni subite, l’acustica di questa arena africana ha fatto si che diventasse teatro del Festival International de Musique Symphonique d’El Jem. L’Anfiteatro di El Jem vi ricorderà certamente il Colosseo di Roma, pur essendo stato costruito un secolo e mezzo dopo: il punto in comune è la facciata a tre piani, ciascuno dei quali costituito da una serie di arcate a tutto sesto sostenute da colonne corinzie al primo e al terzo livello, e composite al secondo piano. La struttura, che un tempo poteva ospitare fino a trentamila persone, è stata costruita con arenaria proveniente da cave poste a 30 km di distanza: capirete dunque il grande sforzo umano che è stato compiuto per la sua edificazione e, pur mancando di fregi a causa della friabilità della roccia, non perde di fascino.
Recandovi sul posto, avrete la possibilità di visitare parte delle gradinate coi relativi supporti e i sotterranei, dove sono presenti i resti del dormitorio dei gladiatori e delle gabbie delle fiere. La presenza inoltre di un pozzo-cisterna fa supporre che, come al Colosseo, anche l’Anfiteatro di El Jem intratteneva la folla con la pratica della naumachia, con tanto cioè di spettacolari battaglie navali simulate nell’arena.
Non mancate poi di recarvi al l’El Jem Museum ricco di sculture, iscrizioni su sarcofagi ma sopratutto di splendidi mosaici policromi legati alle dinastie dei Severi e degli Antonini: tra tutti spicca il mosaico di Silene, con ceppi di vite che circondano un medaglione esagonale con raffigurati al centro Amore e Silene.
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